Nel quadro delle celebrazioni nazionali per il bicentenario della morte di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, la Biblioteca Nazionale di Napoli ricorda il cartografo padovano con l’esposizione di alcune testimonianze della sua opera, in gran parte manoscritte, provenienti dalla Biblioteca dell’Officio Topografico.
Si è preferito dare spazio a bozze e redazioni manoscritte per mostrare un aspetto meno noto del lavoro che conduce alla stampa delle carte geografiche realizzata a Napoli e in altri luoghi d’Italia. Entriamo così all’interno dell’’officina’ zannoniana a partire dal manoscritto intitolato Mémoire sur la construction de la nouvelle carte de la Manche (1773), che ci riporta al periodo trascorso a Parigi (1759-1776). A Parigi, l’incontro con Ferdinando Galiani si concretizzò nell’incarico a completare la Carta Geografica della Sicilia Prima o sia Regno di Napoli (1769). Lasciata Parigi nel 1776 Rizzi Zannoni, nel viaggio di ritorno verso Padova, disegnò una carta che rileva il corso del Danubio tra Ulm e Ingolstad.
L’esigenza di dotare il Regno di Napoli di una moderna carta geografica effettuata su basi geodetiche, trovò la sua realizzazione nell’incarico affidato da Ferdinando IV di Borbone a Giovanni Antonio Rizzi Zannoni di compilare l’Atlante geografico del Regno che doveva superare per precisione la carta del 1769. La prima carta datata e firmata da Rizzi Zannoni a Napoli è la Carta Topografica delle reali cacce di Terra di Lavoro e loro adjacenze. Alla Carta delle reali cacce può ricollegarsi la Topografia dell’Agro Napoletano (1793), presentata nella mostra attraverso la bozza definitiva del 1792. Allo stesso anno risale la conclusione dei lavori dell’Atlante marittimo, fortemente sollecitata dal ministro John Acton. Dell’atlante la biblioteca possiede – fra l’altro – una copia del solo frontespizio, inciso da Giuseppe Guerra su disegno di Cristoph Heinrich Kniep. Al famoso pittore il frontespizio fu commissionato nell’ottobre del 1790. L’esposizione continua con un abbozzo a colori di gran parte dello Stato della Chiesa, riconducibile alla fine del secolo XVIII, in cui è disegnata con accuratezza tutta la regione sulla riva sinistra del Tevere, e da Roma verso sud anche la regione occidentale. Dello stesso periodo è un abbozzo completo del foglio tredicesimo della progettata e mai completamente realizzata Gran Carta d’Italia in 15 fogli che rappresenta la Tunisia settentrionale. La carta fu invece inserita nella Carta d’Italia ridotta in due fogli (1802). Giovanni Ottone di Berger, “impiegato” della Commissione per la carta geografica del regno e considerato il più importante disegnatore cartografo attivo nel mezzogiorno d’Italia nella seconda metà del Settecento firma una carta manoscritta risalente al 1793 raffigurante il gruppo delle isole maltesi che sarà utilizzata da Rizzi Zannoni per la Gran Carta d’Italia. Di quest’ultima furono incisi e pubblicati solo 2 fogli, il numero 11 relativo al basso Tirreno e il numero 14, che riguarda quasi interamente la Sicilia con l’inclusione del gruppo maltese. Quella posseduta dalla Biblioteca Nazionale è la sola copia nota custodita in un’istituzione pubblica.
Durante il decennio francese, il ministro della guerra, generale Gabriel Mathieu Dumas, provvide al riordinamento dell’Officina Topografica per trasformarla secondo le sue stesse parole in “uno stabilimento scientifico militare modellato su quello delle grandi Nazioni d’Europa”: in quest’ottica nasce il Deposito Topografico. Di questo periodo è infine la bozza manoscritta della Nuova Carta dell’Isola e Regno di Sardegna che mirava anche alla conoscenza di quella che era considerata “una delle parti più sconosciute dell’Italia”.
Nel percorso espositivo sono presenti vedute dei luoghi dove Rizzi Zannoni soggiornò o relativi al materiale cartografico e ritratti di alcuni dei protagonisti del periodo del soggiorno napoletano del geografo. Legature alle armi di Ferdinando IV di Borbone e di Gioacchino Murat realizzate da artigiani dell’Italia centro-meridionale completano la mostra.
Biblioteca Nazionale di Napoli, Sala Esposizioni
18 dicembre 2014 – 31 gennaio 2015